Servizi in farmacia, serve più comunicazione

Un'indagine sul punto vendita condotta da Cofapi conferma che i nuovi servizi decollano se si garantisce loro visibilità. La misurazione della pressione, infatti, rimane il servizio più noto tra il pubblico

Servizi in farmacia, serve più comunicazione

Per attecchire nelle farmacie, i nuovi servizi non hanno soltanto bisogno di spazi e personale. Serve anche una comunicazione adeguata. Lo conferma, cifre alla mano, l’indagine di mercato condotta dalla Cofapi (Cooperativa farmacisti pisani) in 32 farmacie della propria rete Farmondo. L’obiettivo era quello di analizzare profilo e comportamenti di acquisto dei clienti che frequentano il network, attraverso interviste nel punto vendita effettuate da personale della cooperativa.

In tutto sono stati compilati 1.230 questionari, da cui uno spaccato rappresentativo della popolazione che frequenta le farmacie. I dati di tendenza confermano indicazioni già emerse da altre ricerche: il 95% delle persone si reca in farmacia almeno una volta al mese, il 76% lo fa perché deve comprare una medicina, il 34% sceglie la farmacia in base alla comodità (più vicina a casa o al lavoro) e il 66% dei clienti della farmacia è donna.

Ma il dato più originale riguarda apputo i servizi. Da tempo Cofapi ha puntato sul tema con un programma articolato di campagne che a rotazione coinvolge tutte le farmacie associate e spazia su un’ampia gamma di offerte: screening, consulto del nutrizionista, holter, ecg, esame dell’udito e test per le gambe pesanti, cui si aggiungono servizi ormai “classici” come misurazione della pressione e psicologo. Il lancio di tali campagne è sempre stato sostenuto da cospicui investimenti in comunicazione nei media locali, ma i dati della ricerca dimostrano che occorrono maggiori sforzi. Infatti, alla domanda se fossero al corrente dell’offerta di nuovi servizi nella loro farmacia, la maggior parte del campione ha risposto negativamente: gli screening erano noti soltanto al 20% circa degli intervistati, il consulto dietologico al 25%, l’holter al 17%. Discorso a parte soltanto per la misurazione della pressione, nota a più dell’80% del campione perché praticata da anni in quesi tutte le farmacie.

La conclusione è evidente: il pubblico è favorevole ai servizi in farmacia ma questo non significa che basta offrirli perché la domanda si concretizzi automaticamente. Sono fondamentali una buona comunicazione sul punto vendita e un’adeguata preparazione preventiva del personale, perché rafforzi il messaggio con una robusta informazione al banco. Pensare che basti un foglietto appeso all’ingresso significa soltanto rinunciare a un’occasione.

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