Federfarma chiede una verifica normativa sulle App di consegna dei farmaci: il commento di Maurizio Campia, AD di Pharmercure

Federfarma chiede una verifica normativa sulle App di consegna dei farmaci: il commento di Maurizio Campia, AD di Pharmercure

Le App di consegna a domicilio dei farmaci sono rapidamente cresciute, sia come offerta sia come numero di utenti, durante la pandemia da Covid19. Anche dopo il lockdown, sono uno strumento molto utilizzato, da giovani abituati agli acquisti online ma anche da chi ha difficoltà a muoversi. Non è un caso che la catena Lloyds Farmacia offra la consegna gratuita, tramite la App, nei mesi di luglio e agosto. In questo contesto Federfarma ha chiesto, nell’ambito dell’attività di collaborazione e di approfondimento avviata con il Ministero della salute, sulla tematica dell’home delivery di farmaci, una verifica normativa su questo tipo di servizi al cittadino.

Pharmercure favorevole ad un intervento regolatorio

Federfarma, dopo avere «segnalato l’esistenza di piattaforme on line o di app che svolgono attività̀ di intermediazione tra paziente e farmacie per la consegna a domicilio del farmaco, organizzando anche il trasporto a domicilio» aveva chiesto al ministero della Salute – in un documento condiviso con Fofi e Assofarm – l’adozione di uno «strumento normativo specifico che regolamentasse espressamente la fattispecie di consegna a domicilio dei farmaci, in modo da dare certezza giuridica agli operatori e sicurezza ai pazienti». Infatti, «tali piattaforme o app consentono di richiedere on line, previo pagamento del prezzo/ticket e trasmissione del codice NRE della ricetta, anche la consegna a domicilio di farmaci per i quali è necessaria la ricetta medica».

«Siamo felici che la segnalazione di Federfarma riporti l’attenzione sul nostro settore e siamo favorevoli ad un intervento regolatorio che, preso atto dell’esigenza dei cittadini di un servizio come il nostro, ne confermi chiaramente i margini di svolgimento», commenta a Pharmaretail, Maurizio Campia (nella foto), AD di Pharmercure. «Riteniamo che la nostra modalità di gestione, sempre attuata con estrema prudenza rispetto alle normative vigenti, sia una best practice del settore e siamo disponibili a qualsiasi dialogo che il Ministero voglia intraprendere in merito». Prosegue Campia: «La nostra azienda opera nella piena tutela e valorizzazione della figura del farmacista, evitando qualsiasi forma di disintermediazione. Mettiamo in contatto i cittadini con le farmacie partner della zona: l’utente seleziona liberamente la farmacia a cui rivolgersi tra quelle disponibili e può effettuare richieste sui prodotti di cui ha bisogno. Tali richieste vengono ricevute, in maniera sicura, dal farmacista che, dopo aver adempiuto all’obbligo di contattare il cliente, valuta se sussistano tutte le condizioni per la dispensazione. Una volta che la richiesta dell’utente è stata gestita, il nostro corriere, in forza di delega dell’utente stesso, si reca ad acquistare i prodotti in farmacia e successivamente glieli consegna. Il pagamento avviene sempre successivamente alla dispensazione». Pharmercure «gestisce così il servizio di consegna di qualsiasi prodotto acquistabile in farmacia, compresi i farmaci con obbligo di prescrizione (sempre fornita dall’utente)».

Nello specifico Federfarma ha chiesto al Ministero della salute «di verificare sin da subito se l’utilizzo di tali app o piattaforme non sia, per mera ipotesi, una modalità per eludere la normativa sulla vendita dei farmaci a distanza di cui del al Dlgs n. 219/2006, così come modificato dal Dlgs n. 17/2014, e ulteriormente specificata dalla Circolare del ministero della Salute 10/5/2015, che prevede, tra l’altro, il divieto di vendita on line dei farmaci con prescrizione (art.112 quater, comma 7) la necessità di una autorizzazione regionale (art. 112 quater, comma 3), e la presenza del bollino ministeriale sulle pagine del sito web della farmacia che vende farmaci on line (art.112 quater, comma 6)».

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