Millennials, generazione Z e farmacia: un rapporto da creare in digitale

Millennials, generazione Z e farmacia: un rapporto da creare in digitale

Sono chiamati millennials i nati dal 1981 al 1996, mentre appartengono alla generazione Z i nati dal 1997 al 2010: due gruppi che hanno abitudini differenti dalle precedenti generazioni, a partire dall’essere nativi digitali. Il mondo della farmacia ha grandi potenzialità anche per attirare i giovani consumatori ma deve studiare e capirne attitudini e propensioni per fornire servizi su misura in grado di catturare l’attenzione e soddisfare le esigenze delle nuove generazioni.

 

 

Omnicanalità e servizi digitali

Secondo una recente indagine, il Global Health Inclusivity Index – realizzato da Economic Impact e supportato da Haleon – il 66% della popolazione mondiale ha sperimentato nella propria vita almeno una barriera di ingresso nell’accesso ai servizi sanitari: tre persone su cinque nel mondo soffrono di esclusione sanitaria, con maggior incidenza se si guarda a Generazione Z e Millennials. Secondo quanto rilevato, la Gen-Z si sente maggiormente esclusa dal sistema sanitario con il 45% di loro che esprime un disallineamento fra necessità personali rispetto alla qualità dell’assistenza ricevuta. Un’evidenza ancor più critica se si considera che circa un terzo di Millenials e Gen-Z ha riportato che la propria condizione di sofferenza e lo stato di salute personale non sono stati presi seriamente in considerazione dal personale sanitario professionista. Accesso completamente negato per un quinto di queste due fasce generazionali (21% per Gen-Z e 22% per Millennials).

Ad analizzare abitudini di acquisto e fornire indicazioni e suggerimenti per la farmacia è un articolo di Drugstorenews, che spiega come la generazione più giovane di consumatori di servizi sanitari è cresciuta in una società on-demand ed è naturale che abbia le stesse aspettative nei confronti dell’assistenza sanitaria. Per questo motivo le farmacie, grazie alla loro capillarità e alla disponibilità, possono essere un luogo dove soddisfare le esigenze di salute dei giovani consumatori. Secondo quanto riportato dalla rivista on-line, considerata la presenza delle farmacie al dettaglio nelle comunità, è logico che i giovani consumatori vogliano rivolgersi a questi luoghi convenienti per ottenere una diagnosi per un disturbo minore: un sondaggio dal titolo Pharmacy Next di Wolters Kluwer ha rilevato che più della metà della generazione Z e dei millennials (rispettivamente 56% e 54%) hanno visitato una farmacia per motivi di salute nell’ultimo anno, rispetto al 40% della generazione X e al 35% dei baby boomer. L’indagine ha inoltre rilevato che il 78% dei consumatori più giovani è disposto a farsi prescrivere farmaci come gli antibiotici da un farmacista prescrittore.

Le generazioni più giovani utilizzano la tecnologia per informare, influenzare e proteggere i loro acquisti in tutti i settori e tipi di prodotti. Da tenere presente che le giovani generazioni apprezzano la comodità e sfruttano la tecnologia per cercare prodotti e servizi tramite app mobili e siti Web: i social media, la ricerca su Internet e gli annunci su YouTube sono i principali modi in cui i giovani acquirenti scoprono nuovi prodotti. Per questo sono abituati a utilizzare servizi digitali per avere accesso 24 ore su 24, 7 giorni su 7 ai rivenditori, comprese le farmacie.

Dalle farmacie si aspettano di avere una possibilità di acquisto multicanale. Mentre per la comunicazione paziente-farmacia, i giovani si aspettano una esperienza digitale: Qr code, video, messaggistica, sono strumenti per entrare in contatto con il cliente e per fidelizzarlo. Inoltre, i farmacisti possono utilizzare i canali digitali per interagire con la propria comunità locale fornendo informazioni educative e sanitarie su prodotti e servizi a sostegno della salute, del benessere e della prevenzione delle malattie. Anche offrire più servizi benessere, come screening sanitari, vaccinazioni e test point-of-care, rappresenta un’opportunità chiave per attirare acquirenti più giovani nel negozio.

Infine, per quanto riguarda il beauty care, un punto chiave di differenziazione per gli acquirenti della Gen Z è il valore che attribuiscono ai consigli personali: sono attenti a «un buon rapporto qualità-prezzo, ma in realtà vogliono cose che funzionino e vogliono avere la prova che funzionino» e per questo si affidano «ai social media, credono ai microinfluencer e credono ai loro amici e familiari».

E proprio alla relazione giovani e farmacia, nella prossima edizione di Cosmofarma, sarà dedicato il focus del Cosmetic Summit “Giovani in farmacia”, davanti e dietro il banco: si analizzerà il rapporto della generazione Z con la farmacia, quanto incide la sostenibilità sulle loro scelte d’acquisto, la coerenza e la trasparenza del linguaggio nella dermocosmesi e saranno presentati i risultati di una ricerca su questo tema a cura di Maurizio Tucci, presidente Laboratorio Adolescenza.

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