La farmacia in campo contro la violenza sulle donne

La farmacia in campo contro la violenza sulle donne

Una settimana per dire no alla violenza sulle donne in farmacia, in occasione del 25 novembre Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne. A Rovigo le vetrine delle farmacie si colorano di rosso per la campagna Diciamo NO alla violenza sulle donne. Hai bisogno d’aiuto? Da oggi chiedi al tuo farmacista” ideata da Federfarma Rovigo, in collaborazione con Farmaciste Insieme, Ordine dei Farmacisti e il Centro Antiviolenza del Polesine e con il patrocinio della Provincia di Rovigo.

Nelle farmacie che hanno aderito all’iniziativa e che hanno deciso di riservare uno spazio alla campagna, sono state distribuiti i materiali con i numeri per chiedere aiuto in caso di violenza.

PharmaRetail ha intervistato Claudia Pietropoli, presidente di Federfarma Rovigo e vicepresidente Federfarma Veneta che da tempo è impegnata su questo tema: «Con Farmaciste Insieme abbiamo lanciato quattro anni fa il “Progetto Mimosa” per sensibilizzare la comunità attraverso le farmacie.

Abbiamo attivato una collaborazione con il Centro antiviolenza della Provincia e abbiamo fatto stampare delle brochure da lasciare in farmacia in cui pubblicizzavamo i numeri del centro. Poi ci siamo accorte che raccogliere la brochure poteva essere un gesto non immediato e abbiamo inserito il progetto Mimosa nel calendario dei turni. Dal 2017, 84 farmacie del Polesine aderiscono al progetto. Quest’anno abbiamo avuto l’opportunità di essere inserire nel “Comitato di Pilotaggio del Polesine”, una rete territoriale che lavora per dare supporto alle vittime di violenza.

Come la farmacia può aiutare nel concreto le donne che subiscono maltrattamenti fisici e psicologici? «Ovviamente la farmacia non può svolgere l’attività dei Centri Antiviolenza, non possiamo prendere in carico le donne, ma può essere un presidio fondamentale per indirizzarle ai servizi che esistono sul territorio». Continua Pietropoli: «Io credo tantissimo alla funzione sociale delle farmacie, le farmacie sono dei punti capillari. Io stessa sono titolare di farmacia rurale, in un paesino di 2000 anime, e negli anni ho ascoltato decine di donne, raccolto le confidenze e le paure delle mie clienti. Noi farmacisti e farmaciste, perché questa è una professione prevalentemente femminile, siamo sempre in ascolto dei problemi dei più fragili, degli anziani, dei migranti e ovviamente anche delle donne».

Le statistiche dei centri antiviolenza dicono che, durante l’emergenza sanitaria e il lockdown sono aumentate le violenze domestiche: «Teniamo alta l’attenzione, siamo in una fase di emergenza anche da questo punto di vista. Se non riusciamo ad aiutare le donne che hanno bisogno vuol dire una sconfitta per tutta la comunità. Io sono molto grata alle colleghe e ai colleghi perché ho visto tanta collaborazione e sensibilità su questo tema ma non ci fermiamo, c’è tanta strada da fare. Vogliamo lanciare anche progetti di formazione, per aiutare colleghi e colleghe a intercettare le situazioni di disagio, credo molto nell’unità della categoria, con Il Covid abbiamo dimostrato che insieme possiamo fare molte cose».

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