Il socialmente farmacista a Cosmofarma 2025. L’intervista a Giacomo Pisano

Il socialmente farmacista a Cosmofarma 2025. L’intervista a Giacomo Pisano

Giacomo Pisano, alias Il socialmente farmacista, protagonista della nostra video rubrica La socialmente Farmacia, sarà a Cosmofarma 2025 dove terrà l’incontro “Farmacia del futuro tra Socialità e Innovazione”. Con una community su Instagram di 250mila follower, nell’ultimo anno ha pubblicato anche un libro e lanciato il podcast Principio Attivo – Healthy Podcast. Gli abbiamo chiesto di ripercorrere la sua storia e di anticiparci i temi dell’incontro.

 

 

 

 

Come si diventa un farmacista influencer?

La mia attività sui social nasce con la pagina Facebook della farmacia in cui lavoravo: nel 2017, pubblicai un video in cui spiegavo la differenza nell’utilizzo del paracetamolo da 500 mg e quello da 1000 mg, perché al banco mi ero reso conto che per i pazienti non era molto chiara la differenza. Il video fu un successo immediato: 12500 visualizzazioni in pochi giorni.

 

Quindi hai deciso di provare da solo?

Sì, da lì è nata l’idea di aprire prima una mia pagina Instagram nel 2019, e poi di diventare indipendente nella mia attività digitale, con lo scopo di fare divulgazione e dare consiglio oltre al banco. Questa seconda attività negli anni è cresciuta e oggi sono al banco solo 36 ore per lasciare spazio al mio lavoro sui social. Attualmente siamo un team di due persone che segue il_socialmente_farmacista: oltre a me c’è mia moglie che ha lasciato il suo precedente lavoro per seguire la mia attività.

 

Dunque da una passione a una vera e propria attività da farmacista, ma diversa dal banco?

Fin da subito nella mia attività sui social c’è sempre stata anche una certa voglia di rivalsa personale e di categoria, perché la farmacia non mette il farmacista dipendente collaboratore nelle condizioni di esprimere al meglio le sue potenzialità. Questa mancanza di valorizzazione dei collaboratori è poi il motivo per il quale le farmacie hanno problemi a trovare personale: nella maggior parte delle farmacie italiane non c’è ad oggi né la volontà né la capacità di mettere il farmacista nelle migliori condizioni di diventare “commerciale” della farmacia.

 

In che modo si è tradotto, nel tuo lavoro, il desiderio di contribuire a migliorare la categoria?

Via via che crescevo come pharmainfluencer, accumulando esperienza e formazione, ho iniziato ad aiutare i miei colleghi che volevano fare lo stesso percorso. Tanto che adesso sulla mia pagina Instagram ho 15mila follower farmacisti: una piccola comunità di farmacisti, all’interno della mia community più grande. Un modo di fare comunicazione tra pari, non solo B2C. Quando creo dei contenuti faccio in modo che siano utili nei social, ma anche per l’attività del farmacista per il consiglio al banco. Anche il mio libro è stato comprato da tanti farmacisti.

 

Come è nata l’idea del libro?

La proposta è arrivata direttamente da Rizzoli che si è accorta delle potenzialità degli argomenti che trattavo e dell’interesse della mia community. Mi hanno chiesto di trasformare quei contenuti in un libro: il risultato è Il farmacista risponde, una guida alla salute quotidiana che ripercorre le domande che quotidianamente vengono poste al farmacista dai pazienti e offre risposta ai dubbi più diffusi, dai i principi attivi agli stili di vita adottare per prevenire e stare meglio.

 

Ci parli anche del tuo podcast?

Ormai siamo diventati una vera e propria agenzia di comunicazione per le aziende: eroghiamo servizi di comunicazione digitale, all’interno dei miei video. Facciamo poi anche consulenze di marketing per le aziende, anche le grandi multinazionali del farmaco. L’idea del podcast è nata come strategia di marketing per le aziende, per avere uno spazio più tranquillo e ampio del reel in cui dialogare con figure aziendali. Quindi propongo alle aziende di venire al tavolo a raccontare in 20 minuti le potenzialità dei loro prodotti nel risolvere i problemi di salute. Insieme percorriamo case history, smontiamo fake news, diamo consigli di salute dall’insonnia all’uso dell’aerosol. Come fossimo al banco, ma ampliando la platea fisica, con quella digitale. Una strategia fondamentale se si vuole andare oltre la concorrenza sul prezzo: il farmacista e la farmacia in generale deve oggi proporsi come consulenti di salute.

 

Oggi, per un farmacista ha senso lanciarsi nel popolato mondo dei social?

Secondo me sì: per un farmacista collaboratore è un buon modo per costruirsi una indipendenza economica in un sistema che paga poco e non valorizza la professione. Certo anche per stare sui social ci si deve formare e naturalmente va sempre tenuto presente il rispetto della deontologia. Per la farmacia, può essere utile ad ampliare la clientela, sviluppare l’e-commerce, estendere il proprio mercato. Ma per crescere servono costanza e pazienza.

 

La novità di quest’anno è che sarai relatore a Cosmofarma, ci racconti cosa farai?

Quest’anno Il_Socialmente_Farmacista sarà presente a Cosmofarma con un suo stand (Pad. 29, stand 65-66). Modererò alcuni eventi sponsorizzati, mentre sabato 12 aprile alle 16.30 sarò relatore nella conferenza “Farmacia del futuro tra Socialità e Innovazione”. Il tema principale dell’incontro sarà la necessità, per il farmacista, di acquisire competenze di vendita per restare competitivo sul mercato. Parlerò poi di rischi e opportunità legati agli strumenti digitali: dalla possibilità di rafforzare il rapporto con le persone all’ampliamento del raggio d’azione sul territorio. Perché credo che il futuro della farmacia dipenda dalla capacità di trasformare i farmacisti in consulenti della salute, in grado di proporre prodotti ad alto valore aggiunto, compresi i servizi.

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