Chiesi Italia lancia il primo progetto europeo di raccolta e smaltimento degli spray respiratori: l’intervista all’AD Innocenti

Chiesi Italia lancia il primo progetto europeo di raccolta e smaltimento degli spray respiratori: l’intervista all’AD Innocenti

Gli inalatori spray e polvere sono device fondamentali per la gestione e la cura di malattie respiratorie come la BPCO e l’asma. La particolare tecnologia utilizzata, però, costituisce attualmente un problema a livello di sostenibilità ambientale, in termini di emissioni di Co2 e di inquinanti. Il progetto lanciato “Recupera e respira”, lanciato da Chiesi Italia è il primo progetto nell’Unione Europea di sensibilizzazione e consapevolezza ambientale mirata a raccogliere e smaltire correttamente questi device.

Raccolta differenziata e nuovi device a basso impatto

Il progetto partirà dalla Regione Friuli-Venezia Giulia e, grazie alla collaborazione di Federfarma, coinvolgerà le 408 farmacie territoriali della regione, organizzerà una raccolta differenziata degli inalatori, in collaborazione con tutte le farmacie territoriali del Friuli-Venezia Giulia per evitare lo smaltimento nella spazzatura indifferenziata urbana. Gli inalatori raccolti verranno poi inviati al termovalorizzatore certificato di Spilimbergo in provincia di Pordenone, così da poter smaltire anche il propellente residuo, ottenendo in più un recupero di energia elettrica. PharmaRetail ha chiesto a Raffaello Innocenti (nella foto), Amministratore Delegato di Chiesi Italia, di spiegare il progetto in termini di riduzione dell’impatto ambientale.

 

Qual è l’impatto, oggi, in termini di emissioni di Co2 degli inalatori spray?

I propellenti (HFA) attualmente utilizzati negli inalatori spray sono classificati come gas serra, sebbene oggi rappresentino meno dello 0.1% delle emissioni a livello globale. Da qui l’importanza di un corretto smaltimento di questi prodotti che, se non correttamente trattati all’interno di impianti certificati, possono disperdere nell’atmosfera residui dannosi per l’equilibrio dell’ecosistema e per la salute dell’uomo.

 

Di quanto si ridurrà l’impatto quando il progetto verrà esteso a tutta Italia? 

Fino a questo momento il problema fondamentale è stato l’assenza di procedure che permettessero lo smaltimento corretto dei device respiratori, che venivano semplicemente gettati nella raccolta indifferenziata.  Per poter prevenire la dispersione nell’atmosfera di residui dannosi per l’ambiente, è infatti necessario lo smaltimento all’interno di termovalorizzatori all’avanguardia, in grado di raggiungere temperature al di sopra dei 1.100°C. Seppur l’impatto di questi device in termini di emissioni sia minimo, è necessario considerare la portata regionale e nazionale di utilizzo degli stessi. Ogni anno vengono, infatti, erogati oltre 104mila inalatori nella sola regione del Friuli Venezia Giulia, mentre in Italia i numeri salgono ad oltre 8,2 milioni. Se il progetto dovesse essere esteso in altre regioni, l’impatto positivo aumenterebbe in base alle relative numeriche.

 

L’impegno dell’azienda in termini di sostenibilità in quali altri progetti si concretizza?

Il progetto “Recupera e Respira” esprime la volontà di Chiesi nel prendersi cura attivamente delle persone, della comunità in cui opera e a tutela dell’ambiente, ed è parte integrante di un più ampio piano strategico in tema di sostenibilità, da sempre di fondamentale importanza per l’azienda. Il Gruppo Chiesi è, infatti, il più grande gruppo biofarmaceutico internazionale ad aver ricevuto la certificazione B Corp, riconoscimento di alti standard sociali e ambientali che riunisce un movimento di imprese con l’obiettivo comune di essere protagoniste del cambiamento globale, generando con le proprie attività un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Inoltre, coerentemente con l’impegno di diventare Carbon Neutral entro il 2035 azzerando il proprio bilancio di emissioni di gas ad effetto serra, il Gruppo Chiesi ha deciso di investire circa 350milioni di euro in un nuovo processo produttivo per la produzione di inalatori spray (pMDI) con propellente basso emissivo, innovativo e rispettoso dell’ambiente, in grado di ridurre del 90% l’emissione di HFC.

Gli inalatori raccolti nelle farmacie verranno ritirati periodicamente da Assinde, società costituita da Farmindustria, Federfarma e Assofarm e dalle Associazioni delle aziende distributrici Adf e Federfarma Servizi, con operatori specializzati, e avviati allo smaltimento nel termovalorizzatore certificato. L’iniziativa vede anche il patrocinio di FIMG (Federazione Italiana Medici di Famiglia), SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani) e la FOFI (Federazione Ordini Farmacisti Italiani), oltre che la collaborazione di Assinde e del Gruppo EcoEridania.

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