Carenza farmaci, i numeri e le possibili soluzioni

Carenza farmaci, i numeri e le possibili soluzioni

Il ministro della Salute Orazio Schillaci, insieme al sottosegretario Marcello Gemmato, e alla presenza di rappresentanti di Aifa e della filiera farmaceutica produttiva e della distribuzione, ha aperto un Tavolo di lavoro permanente sull’approvvigionamento dei farmaci per definire la reale entità del fenomeno e indicare proposte risolutive. L’iniziativa è arrivata dopo il rincorrersi di notizie sulla carenza di farmaci in farmacia anche sulla stampa generalista. Il Ministro ha dunque posto l’attenzione sull’individuazione dei farmaci che registrano una reale carenza, sugli interventi a breve e medio termine per far fronte tempestivamente ai bisogni dei cittadini e sulla definizione di attività di comunicazione e sensibilizzazione al fine di evitare allarmismi e conseguenti ingiustificate corse all’acquisto.

Primo passo, comprendere l’entità del fenomeno

L’Associazione distributori farmaceutici insieme a Federfarma servizi – in rappresentanza della distribuzione intermedia – esprimendo soddisfazione l’istituzione del Tavolo di lavoro hanno mandato una lettera a Schillaci, esprimendo la necessità di «valutare l’entità del fenomeno delle carenze dei medicinali evitando allarmismi e ingiustificate corse all’acquisto che rischiano soltanto di aggravare la situazione, e rispondere alle numerose segnalazioni di criticità in materia da parte di tutta la filiera del farmaco, tra cui anche le scriventi, in una visione d’insieme complessiva dell’intero sistema produttivo-distributivo dei farmaci».

In relazione alla problematica Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, ha dichiarato che «in realtà i farmaci che mancano a singhiozzo non sono più di 300 e quelli che non hanno alternative terapeutiche una trentina appena. Anche in passato è accaduto che a fronte di semplici indisponibilità temporanee nel circuito distributivo, la stampa lanciasse allarmi sproporzionati rispetto alle reali dimensioni del problema. Di certo è capitato che negli ultimi mesi i clienti chiedessero prodotti dei quali i distributori risultavano sprovvisti, soprattutto quelli legati alle patologie invernali, ma da professionisti del farmaco abbiamo sempre avuto la possibilità di proporre la sostituzione con equivalenti altrettanto validi». Ha poi aggiunto «oltre ai generici, poi, ricordo che i farmacisti possono anche ricorrere all’alternativa della preparazione galenica: so di colleghi che lo stanno facendo con riscontri più che positivi da parte dei loro pazienti». Infine, ha ricordato che «un tavolo sulle indisponibilità esiste già da sette anni, ed è quello istituito dall’Aifa cui partecipano tutte le sigle della filiera e alcune Regioni. Negli anni passati ha raggiunto risultati importanti, per esempio riguardo al fenomeno dell’export parallelo che prosperava sui differenziali di prezzo tra noi e i nostri vicini».

Sulla possibilità di nuovi obblighi sull’uso di farmaci generici ipotizzata da Silvio Garattini, farmacologo, fondatore dell’Istituto Mario Negri di Milano, in una intervista sulla Stampa, il presidente di Egualia Enrique Häusermann ha commentato: «In Italia esistono già tutte le norme necessarie a promuovere la prescrizione dei farmaci generici-equivalenti: sono state introdotte nel 2012 e nessuno le ha mai cambiate. Ipotizzare una nuova norma di legge che imponga l’obbligo di prescrivere il generico è inutile e dannoso. Sarebbe lesiva della libertà prescrittiva del medico – che autonomamente e sotto la propria responsabilità e con il consenso del paziente, opera le necessarie scelte professionali – e contrario a qualsiasi criterio di mercato basato sulla libera concorrenza, dunque inaccettabile per qualsiasi impresa farmaceutica». E ha proseguito: «Come detto in questi giorni da tutti i rappresentanti della filiera farmaceutica il servizio sanitario nazionale – anche e soprattutto grazie alla presenza di equivalenti e altri prodotti a brevetto scaduto – offre alternative per far fronte all’attuale carenza di alcuni medicinali. Per cui è bene richiamare tutti al senso di responsabilità per evitare la sindrome da accaparramento». D’altra parte, è «sicuramente urgente cambiare l’attuale sistema di reportistica delle carenze, disciplinato dal Dl Calabria del 2019, che ha determinato un aggravio burocratico amministrativo non utile, senza contribuire a risolvere il problema delle carenze. Andrebbe rapidamente individuata una nuova modalità per la richiesta straordinaria di rinegoziazione in aumento dei prezzi dei farmaci a basso costo nei casi in cui sussistono rischi per la sostenibilità industriale. E vanno rivisti i criteri di gestione delle procedure di gara, privilegiando gli accordi quadro per i farmaci fuori brevetto, avendo come obiettivo la salvaguardia della presenza di più operatori sul mercato e la mitigazione dei rischi di interruzione di approvvigionamento dei prodotti».

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