Cosmetica Italia, il rapporto annuale: verso il ritorno ai numeri pre-Covid

Cosmetica Italia, il rapporto annuale: verso il ritorno ai numeri pre-Covid

È stato presentato il Rapporto Annuale 2022 del Centro Studi di Cosmetica Italia, una sintesi dei risultati raggiunti dal settore nel 2021 e delle prospettive future:  «Quest’anno le analisi evidenziano la pronta crescita sia dell’industria che del mercato cosmetico, con andamenti in ripresa o addirittura in recupero rispetto al 2020.

Un’ulteriore dimostrazione di come il settore sappia reagire e adeguarsi alle mutate realtà di acquisto, anche in misura maggiore rispetto ad altri comparti», ha dichiarato Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia.

La produzione 2021 raggiunge 11,8 miliardi, +10% rispetto al 2020

Il Rapporto Annuale illustra gli andamenti economici dell’anno appena trascorso: nel 2021 il valore della produzione ha superato gli 11,8 miliardi, in crescita di quasi dieci punti percentuali rispetto al 2020. L’export, che rappresenta il 41% della produzione, ha registrato un valore superiore ai 4,8 miliardi di euro (quasi +14% sul 2020), recuperando livelli di competitività; la bilancia commerciale, in crescita, ha oltrepassato i 2,7 miliardi di euro. Ottimi segnali anche dal mercato interno che, in recupero dell’8,8% rispetto all’anno precedente, nel 2021 ha superato i 10,6 miliardi di euro. In particolare, si osserva come la pandemia abbia accelerato la contaminazione tra canali classici e nuove forme distributive: l’e-commerce è sempre più̀ integrato nei canali tradizionali, con un rimbalzo tra online e punto vendita fisico che alimenta reciprocamente gli atti di acquisto.

Approfondendo i consumi di cosmetici per macrocategorie all’interno dei canali tradizionali nel corso del 2021, spiccano i prodotti per il viso, che rappresentano la principale famiglia, con una quota superiore al 17% sul mercato interno e un valore di oltre 1,5 miliardi di euro. Seguono i prodotti per il corpo (15,7% dei consumi per un valore che si avvicina a 1,4 miliardi di euro) e, in terza posizione, la profumeria alcolica (12,5% dei consumi per un valore prossimo 1,1 miliardi di euro), che addirittura cresce del 22% rispetto al 2020.

Secondo quanto riportato nel Rapporto, le vendite di cosmetici nel canale farmacia hanno registrato un parziale recupero rispetto al periodo pre-Covid (era -3,5% la contrazione 2020-2019, contro un recupero del +3,1% 2021-2020), che porta a un valore dei consumi nel canale a fine 2021 di poco inferiore ai 1.870 milioni di euro. I cosmetici venduti nel canale ridimensionano il peso a valore sul totale mercato, pari al 17,5%, tornando all’incidenza del 2019 (era 18,5% a fine 2020). Infatti, a cavallo della crisi, le farmacie hanno rappresentato uno dei canali agevolati per l’accesso a beni di primaria importanza e, nelle strategie di cross selling, i cosmetici, i gel igienizzanti mani e i prodotti di dermocosmesi hanno coadiuvato la vendita di farmaci e di servizio di effettuazione dei tamponi.

Le proiezioni a fine 2022 portano il canale a un valore di oltre 1.900 milioni di euro (+2,0%), che salirà ulteriormente di 2,5 punti percentuali nelle stime al 2023. La crisi legata alla pandemia ha tuttavia lasciato strascichi anche nel canale farmacia: la minaccia più evidente è rappresentata dalle frequentazioni rallentate, nonostante la fedeltà al canale si sia mantenuta intatta.

Per quanto riguarda le vendite online di prodotti di cosmetica, si può dire che «sono un fenomeno ormai imprescindibile, tanto che oggi il canale si colloca al quarto posto in termini di consumi», ha spiegato Giacomo Fusina di Human Highway «Il primo driver che inizialmente avvicina il consumatore all’esperienza di acquisto online è la leva prezzo; in un secondo momento, il consumo reiterato è principalmente influenzato da fattori come l’affidabilità dello store e la qualità del servizio. Inoltre, nell’e-commerce l’esperienza di acquisito non è legata all’aspetto consulenziale – fondamentale nel punto vendita fisico – ma all’ampiezza dell’assortimento e alla sua facile confrontabilità». Continua Fusina: «Con la pandemia sono aumentate sia l’offerta che la platea di soggetti che acquistano online non solo servizi ma anche prodotti; addirittura, in alcuni casi l’e-commerce è il canale più immediato, se non l’unico, per ottenere rapidamente un certo bene. Per il settore cosmetico le vendite online sono un fenomeno relativamente nuovo: siamo in una fase in cui le aziende possono ancora raggiungere nuovi acquirenti, che successivamente diventeranno una customer base stabile». Infine, «si tratta inoltre di un settore dove non è predominante il peso dei grandi player, a favore quindi degli e-retailer tradizionali. Questi elementi fanno sì che per la cosmesi si possa delineare un modello ibrido vincente».

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