Farmacie comunali e servizi, in quale direzione investire? Il progetto pilota Assofarm-Sapienza di Roma

Farmacie comunali e servizi, in quale direzione investire? Il progetto pilota Assofarm-Sapienza di Roma

La farmacia dei servizi è ormai una realtà per tutto il sistema farmacia italiano e rappresenta una opzione anche per le farmacie comunali. Ma esiste, ovviamente, un tema di redditività del servizio, nel senso che gli investimenti in questo ambito vanno commisurati all’entità del ritorno economico.

Ne parliamo con Francesco Schito (nella foto), storico segretario generale di Assofarm, associazione che ha appena avviato una partnership con l’Università La Sapienza di Roma.

 

 

Segretario di che cosa si tratta?

Si tratta di una convenzione che Assofarm ha siglato con il dipartimento di Economia della Sapienza. L’idea iniziale è stata di Remo Tagliacozzo, amministratore Unico della Società Multiservizi Caerite, cui fanno capo le farmacie comunali di Cerveteri, che è entrato in contatto, in particolare, con Pina Murè, docente ordinario di Economia degli intermediari finanziari. Una economista di grande prestigio.

 

E cosa è successo?

La professoressa, da sempre attenta ai temi sociali, ha deciso di avviare uno studio specifico sull’evoluzione della farmacia dei servizi, in collaborazione con Assofarm.

 

In che cosa consiste il progetto?

Come la stessa Muré ha spiegato nel recente convegno Assofarm a FarmacistaPiù l’obiettivo finale è comprendere quali servizi servano e chi potrà erogarli, elaborando un modello organizzativo ed econometrico che, partendo dalla analisi dei dati, sia in grado di rispondere alle domande provenienti dalle realtà locali. Una analisi complessiva che non consideri solo le implicazioni finanziarie ma individui anche i parametri legati alla sostenibilità sociale, alla possibilità che determinate prassi possano migliorare l’assistenza sanitaria sul territorio di riferimento.

 

Il discorso, quindi, è tanto economico quanto sociale?

Proprio così, nel senso che va misurata l’economicità dei servizi che le farmacie possono offrire sul territorio. Per intenderci, una farmacia si deve chiedere se vale la pena offrire servizi di telemedicina. Quanto costano nel complesso, tra strumentazione, organizzazione, telerefertazione? C’è un numero di possibili utenti che possa rendere il servizio remunerativo? Allo stesso tempo esiste una peculiarità delle farmacie comunali che sta nella dimensione sociale, di vicinanza ai cittadini anche nelle zone più disagiate o nelle aree lontane dai centri urbani e quindi sprovviste di servizi sanitari adeguati Anche questo tipo di attitudine verrà considerata nello studio in questione.

 

Qual è  il campione di partenza?

La base di partenza è rappresentata dalle comunali di Cerveteri ma Assofarm si sta muovendo per reclutare altri soggetti sul territorio laziale, a partire da Farmacap, la società delle comunali di Roma, che sono in tutto 45. E poi altri Comuni della zona, come Civitavecchia. Ci proponiamo di attingere dati utili ai ricercatori della Sapienza da un campione di 60/70 farmacie, che sarebbero più o meno la metà di quelle complessivamente presenti sul territorio regionale. Cercando di arruolare nello studio farmacie dalle caratteristiche più diversificate. In questo modo daremo una certa consistenza statistica allo studio stesso, che si propone di elaborare un algoritmo in grado di indicare dei parametri di riferimento sulla realizzabilità, in termini socioeconomici, dei servizi in questione.

 

Tempistica per avere i primi dati dello studio?

Entro il primo semestre del 2025.

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