Fine dell’emergenza sanitaria: a rischio la dematerializzazione completa della ricetta

Fine dell’emergenza sanitaria: a rischio la dematerializzazione completa della ricetta

Dal 1 aprile, dopo più di due anni di pandemia, finisce l’emergenza sanitaria: lo ha stabilito il governo con il decreto legge 24 che regola il graduale superamento delle misure di contrasto al Covid-19 in relazione al termine dello stato di emergenza, ora pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il decreto stabilisce i termini di uscita dalle restrizioni, anche se il governo si riserva l’opportunità di intervenire in modo straordinario con lo strumento delle Ordinanze, ma solo fino al 31 dicembre 2022, per introdurre eventuali misure utili per rialzare il livello di guardia. Tra i provvedimenti che potranno decadere ci sono quelli che hanno facilitato l’accesso alle cure, e snellito la relazione medico-paziente, a partire dalla ricetta rossa dematerializzata.

Carosio, Fenagifar: continuare a garantire accesso ai servizi

Conclusa l’esperienza del Commissario straordinario, al suo posto il decreto prevede l’istituzione di una “unità” per il completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre misure di contrasto alla pandemia che opererà fino al 31 dicembre 2022. Tra i cambiamenti che potrebbero avere un impatto sulla farmacia, c’è la fine della dematerializzazione completa della ricetta. «L’augurio è che i passi avanti intrapresi in fase pandemica, possano rappresentare un punto di inizio e di svolta, nell’ottica di continuare a garantire, soprattutto ai pazienti più fragili, un accesso immediato a tutti quei servizi entrati nella quotidianità dei cittadini» ha spiegato Carolina Carosio, Presidente Fenagifar, a Pharmaretail «A tal proposito, la ricetta dematerializzata, rientra a pieno titolo negli strumenti di facile accesso ed immediata utilità, un supporto professionale per i sanitari da estendere ed uniformare su tutto il territorio nazionale».

La completa dematerializzazione della ricetta rossa era avvenuta tramite l’Ordinanza della Protezione civile del 19 marzo 2020, che aveva sancito, tra gli altri aspetti, la possibilità per il medico di inviare al cittadino il promemoria tramite posta elettronica e App o di comunicare il NRE telefonicamente o via Sms. Scopo di questo provvedimento era quello di limitare il più possibile spostamenti e contatti. Il successivo Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 30 dicembre 2020 (GU n. 11 del 15 gennaio 2021), ha istituito il sistema per la prescrizione in formato elettronico dei farmaci non a carico del Ssn, la cosiddetta ricetta bianca. Un impianto – spiega Federfarma in recente circolare, che dal primo aprile 2022 – che salvo interventi, non troverà più applicazione. Ricorda Federfarma che però il medico può rendere disponibile all’assistito il promemoria attraverso alcuni canali alternativi digitali quali: il portale del Sac (Sistema di Accoglienza centrale Tessera Sanitaria), anche tramite Sar (Sistema di Accoglienza Regionale); il Fascicolo sanitario elettronico dell’assistito, (solo a fronte del rilascio del consenso al medico); tramite posta elettronica o tramite SMS. Non sarà più possibile, salvo ulteriori interventi, per il medico comunicare solamente il numero della ricetta, ma dovrà mettere a disposizione del cittadino il promemoria, in formato cartaceo o digitale. Sempre secondo Federfarma, in questa fase, non potranno più essere utilizzati per trasmettere il promemoria al cittadino, applicazioni di messaggistica, quali Messenger o WhatsApp, né si potrà trasmettere gli estremi della ricetta verbalmente o per telefono. Per quanto riguarda poi l’invio del promemoria alla farmacia, vigono le modalità tramite Sac o quelle del fascicolo sanitario elettronico. Con le norme attuali rimane il rischio di un ritorno ad uno scenario che vedrà differenze da regione a regione, come prima della pandemia.

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