Gli italiani e il SSN: quasi un terzo si aspetta interventi a sostegno della sanità pubblica

Gli italiani e il SSN: quasi un terzo si aspetta interventi a sostegno della sanità pubblica

Gli italiani considerano la sanità l’area su cui il governo dovrebbe investire più urgentemente, secondo i risultati di una ricerca che ha indagato priorità e aspettative dei cittadini italiani nei confronti della sanità, a tre anni dall’inizio della pandemia da Covid-19. Mentre il riconoscimento del valore strategico della Salute sembra esser sceso di importanza nell’agenda politica del Paese, così come la copertura mediatica dedicata ai temi sanitari. La ricerca dal titolo “Priorità e Aspettative degli Italiani per un nuovo SSN”, condotta da IPSOS, è stata presentata in occasione della quinta edizione dell’”Inventing for Life Health Summit”, una occasione di confronto sui temi della salute, della sanità e della ricerca, organizzata da MSD Italia.

Tempi di attesa lunghi per diagnosi e cure, difficoltà di accesso agli innovativi

Dai risultati dell’indagine condotta a dicembre 2022, su un campione rappresentativo della popolazione tra i 18 e 75 anni, emerge che, rispetto al 2021, sono cambiate anche le priorità su cui gli italiani ritengono che il Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe concentrarsi: se nel 2021 una delle tre priorità era l’assistenza domiciliare (preferibile a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid), ad oggi è di maggior rilievo l’assistenza ospedaliera. Rimangono invece in cima alla classifica delle priorità la prevenzione e il Pronto Soccorso.

«Lo sguardo dell’opinione pubblica sulle prospettive per il Servizio Sanitario Nazionale si rivela composita e densa di attese superata l’emergenza pandemica, si consolida il tema sanitario come prioritario nelle azioni di Governo, il rinforzo dell’offerta di sanità pubblica a sostegno dei cittadini in un momento di difficoltà economica per le famiglie» ha commentato Nando Pagnoncelli, Presidente IPSOS «Prevenzione, centralità del paziente e trasformazione digitale continuano ad essere tematiche di rilievo. Rimane cruciale il ruolo della medicina territoriale con il medico di medicina generale e la farmacia al centro».

Per quasi un italiano su 3 (29%), l’articolo 32 della Costituzione non viene rispettato. Le principali criticità che gli italiani riscontrano nell’ambito del sistema sanitario sono i tempi di attesa per accedere agli esami diagnostici necessari, per ricevere una prima visita e una visita di follow-up; in aumento anche le difficoltà ad accedere ai farmaci innovativi.

Circa 2 italiani su 5 ritengono che l’Italia spenda in sanità pubblica meno rispetto al resto d’Europa, nonostante per il 76% essa debba essere una priorità strategica per il Paese, soprattutto per le donne e per gli over 35. Solo il 16% della popolazione riconosce una valutazione molto positiva al sistema sanitario nazionale, e solo il 24% al sistema sanitario della regione di appartenenza (dati in calo rispetto al 2021). Metà della popolazione, soprattutto al Nord, concorda sulla necessità di potenziare il sistema sanitario pubblico e il 29% si aspetta che il nuovo governo intervenga proprio a favore della sanità pubblica rispetto a quella privata. Vi è tuttavia una buona parte della popolazione (29%) che teme non vi sarà cambiamento alcuno. Per quanto riguarda il tema della sanità regionale, due italiani su cinque, soprattutto al Nord, ritengono che per migliorare l’efficienza dell’assistenza sanitaria sia necessario aumentare il ruolo delle regioni: il 16% si aspetta che il nuovo governo intervenga in questa direzione.

Se da una parte circa metà della popolazione concorda sul fatto che i pazienti debbano essere attivamente coinvolti nei processi decisionali di cura, dall’altra solo il 18% sostiene fermamente che venga data la giusta attenzione ai bisogni specifici del paziente nel percorso diagnostico-assistenziale, dato in calo rispetto al 2021.

La digitalizzazione è uno degli obiettivi del PNRR: il 70% della popolazione, accoglie positivamente la diffusione dei servizi digitali nella medicina. Le sensazioni che stimolano queste trasformazioni sono per lo più di rassicurazione ed entusiasmo. Circa due italiani su cinque ritengono fermamente che l’intelligenza artificiale possa essere d’aiuto all’assistenza sanitaria. Due italiani su cinque sono fortemente favorevoli a un uso più ampio della telemedicina, soprattutto gli uomini e i laureati.

Per quanto riguarda il rapporto tra italiani e ricerca, secondo Pagnoncelli «si indebolisce un poco il riconoscimento del contributo di ricerca e sviluppo così come quello del ruolo del farmaceutico nel rilancio economico del Paese, naturale conseguenza di una minore presenza mediatica del settore». Infatti, due italiani su cinque riconoscono l’importanza fondamentale dello sforzo di Ricerca & Sviluppo nella lotta al Covid-19. Dato che è tuttavia in calo rispetto al 2021. Il 70% degli italiani circa aveva una considerazione positiva dell’industria farmaceutica prima del Covid-19. Dopo l’emergenza sanitaria questa opinione è rimasta tale tra il 63% della popolazione. Ben l’80% della popolazione ritiene che lo Stato debba investire nell’assistenza farmaceutica pubblica. A pensarlo sono soprattutto gli over 45 e i residenti al Nord Ovest.

Questo dato, si inserisce in un contesto italiano, nel quale ricerca e innovazione possono rappresentare un volano strategico per lo sviluppo economico, industriale e sociale del Paese: ricerca personalizzata, prevenzione, terapie avanzate, combinazioni tra farmaci, device e tecnologie digitali, multidisciplinarietà trasformano e alimentano le pipeline. Gli investimenti già programmati tra il 2021 e il 2026 sono pari a 1.300 miliardi di euro nel mondo, +10% rispetto alle proiezioni precedenti la pandemia.

Infine, per gli italiani la principale fonte di informazione sui temi che riguardano la salute è il proprio medico di famiglia, seguito da TV (22%) e internet (16%). Il medico di famiglia ancora una volta è la fonte ritenuta più attendibile (e in crescita rispetto al 2021). Seguono le associazioni di pazienti, internet e il passaparola tra familiari e amici. Rispetto al 2021 vi è un forte calo della TV in termini di attendibilità percepita.

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