L’intervista a Davide Tavaniello e Rodolfo Guarino, coCEO di Hippocrates

L’intervista a Davide Tavaniello e Rodolfo Guarino, coCEO di Hippocrates

Quali trasformazioni avvenute nel 2021 nel mondo della farmacia ci porteremo nell’anno nuovo?

È stato un anno cruciale per la farmacia. Durante la pandemia ha avuto un ruolo attivo nella campagna vaccinale, oltre che negli altri servizi legati al Covid. Inoltre, per la prima volta, ha avuto la possibilità di effettuare i vaccini anti-influenzali. A questo aggiungiamo anche l’elemento legato al digitale, che durante la pandemia è cresciuto in maniera importante e si tratta di un trend destinato a durare: siamo al 2% del mercato, ma le stime ci proiettano al 5%. Per ora lo spostamento verso l’online è avvenuto in alcune categorie specifiche come la dermocosmesi e gli integratori, ma esistono altre categorie potenziali come l’igiene orale. Il consumatore sarà sempre più omnicanale anche nel mondo della farmacia che è sempre stato fisico e questo è un fenomeno destinato a durare.

Quali altri cambiamenti non ancora in atto vedete all’orizzonte?

Esistono cambiamenti legati al Pnrr che mettono grande enfasi sul concetto della domiciliarità per venire incontro alle esigenze dei pazienti. Se ne parla molto e sicuramente daranno origine a nuovi assetti e nuovi servizi. Siamo in una fase embrionale, ma quella della domiciliarità è una grande area di sviluppo sui cui ci saranno investimenti significativi, noi stiamo lavorando in quest’ottica.

Secondo voi, quali saranno i driver che porteranno le persone in farmacia quando usciremo dalla pandemia?

Le persone, anche grazie a tamponi, vaccini e mascherine, sono tornate in farmacia. C’è stato un momento pre-pandemia in cui oggettivamente gli ingressi erano calati, oggi siamo di fronte a un effetto contrario, anche se lo scontrino medio è in difficoltà.  Quello che noi stiamo facendo, e vedo fare anche agli operatori e farmacisti indipendenti, è puntare sul consiglio e sulla relazione, sulla presa in carico delle persone. La componente umana è un valore aggiunto insostituibile che nell’online non può realizzarsi. Più persone stanno entrando in farmacia e alcune novità rimarranno, come i vaccini anti-influenzali, questo deve indurci a proporre nuovi servizi sempre più performanti, ad avviare partnership per esempio con gli operatori che si occupano di diagnostica rapida. Uno dei problemi che ha sempre avuto la farmacia è la certificazione del dato che viene prodotto dagli strumenti. Il mercato americano ha stanziato fondi per lo sviluppo della diagnostica rapida quindi gli operatori della farmacia si sono mossi in quella direzione e perché le persone possano ottenere referti certificati in farmacia, in tempi rapidi. Terminato il periodo dei tamponi, si può lavorare a tutto questo.

Prossimità: dove si collocherà la farmacia nella nuova organizzazione territoriale della sanità?

Dal nostro punto di vista sarebbe molto saggio fare confluire risorse sulla farmacia territoriale: le farmacie sono infrastrutture già esistenti e sono già un punto di riferimento sul territorio.  Per come è concepita la struttura del nostro mercato la farmacia svolge un servizio pubblico, noi deteniamo una licenza per la distribuzione del farmaco in un’area delimitata dalla Asl locale. La mappa è la famosa pianta organica: se ci fosse totale libertà avremmo città piene di farmacie e paesini dove non sarebbe presente nessuna. Il governo ha concepito un sistema infrastrutturale che in questo modo assegna alla farmacia un ruolo di servizio pubblico. Si tratta di un unicum in Europa e di un modello che ha richiesto anni per essere implementato e che ha un costo per il governo, quindi già alimentato da risorse pubbliche. E allora perché non sfruttarlo al meglio? Noi abbiamo le remunerazioni più alte d’Europa rispetto al farmaco prescritto, il governo ha già investito sull’infrastruttura e vuole dare un servizio a tutti i cittadini, se questa è la logica e noi siamo molto felici che il ruolo della farmacia sia riconosciuto, vale la pena sfruttarla al meglio nella partita della prossimità.

Nuovi servizi e nuovi scenari. Di quali competenze ha bisogno la farmacia e i farmacisti?

Innanzitutto grande professionalità, spinta continua a crescere e ad aggiornarsi. Non ci si può improvvisare, è fondamentale un percorso di formazione importante. La capacità di prendersi carico dell’esigenza di salute del paziente è una competenza che si acquisisce. Noi come gruppo Hippocrates continuiamo a investire molto per formare i nostri farmacisti, abbiamo un’Academy dedicata e un team di pharmacy trainer specializzati in training on the job, quindi direttamente in farmacia. Vogliamo che sia un elemento differenziante dei nostri operatori. Nel frattempo la tecnologia consentirà di avere sempre più tempo a disposizione da dedicare ai pazienti e stiamo lavorando anche a questo: abbiamo un magazzino automatizzato che consente al farmacista di non staccarsi dal banco.

I consumatori si dimostrano sempre più attenti alla sostenibilità: quali sono le risposte che deve dare la farmacia?

La farmacia in generale è ancora un po’ indietro su questo tema ma per noi rappresenta un’area di grande investimento. Abbiamo una blacklist di prodotti che non possono essere utilizzati nelle nostre formulazioni e su questo siamo stati molto stringenti nonostante si tratti di un processo molto complicato per alcuni prodotti. Siamo attenti anche rispetto al packaging e cercheremo di esserlo sempre di più. Metteremo costante attenzione nelle linee di prodotti disponibili dando preferenza a quelli di aziende che hanno intrapreso un percorso di sostenibilità e naturalmente anche nelle nostre linee. Nei nostri obiettivi c’è quello di diventare una società Bcorp e di essere identificati come azienda anche sugli aspetti legati alla sostenibilità che adesso non sono molto centrali in farmacia ma che lo diventeranno.

Farmacie in Europa e nel mondo: quali sono le esperienze e le prassi che vorreste importare in Italia?

Ci sono molti esempi virtuosi per esempio in Francia, dove la farmacia ha sviluppato in maniera interessante l’ambito cosmetico, anche per tradizione. Ci sono altre realtà, per esempio in Svezia, che rispondono a un concetto di eco sistema salute: sono stati creati poli territoriali, dove il poliambulatorio medico si trova a fianco della farmacia. In Norvegia è stato ampiamente sviluppato il settore del click and collect. L’Est Europa è un mercato molto basato sul price però ci sono linee di private label che sono state sviluppate molto bene, gli anglossassoni si stanno muovendo bene nel potenziamento dei servizi. E infine anche il mercato israeliano ha dato via a Health Hub molto simili a quello svedese.

Quale sarà la parola chiave per la farmacia nel 2022?

Lafarmacia.it! Secondo noi la parola chiave sarà: vicinanza ai pazienti. Noi dobbiamo rimanere vicini ai nostri pazienti con costanza e perseveranza. Ci aspetta un anno ancora di passione in cui non dobbiamo venire meno al nostro ruolo di servizio per la comunità.

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