Un mese di Integratori&Salute: priorità e obiettivi della nuova associazione, l’intervista a Germano Scarpa

Un mese di Integratori&Salute: priorità e obiettivi della nuova associazione, l’intervista a Germano Scarpa

A poco più di un mese dalla nascita di Integratori&Salute, che ha sancito l’incorporazione di Federsalus nell’Associazione Unione Italiana Food (Settore Integratori Italia), facciamo il punto con il suo presidente Germano Scarpa, per individuare obiettivi e priorità della nuova associazione.

Una realtà che rappresenta la più grande associazione di rappresentanza del mercato degli integratori e che oggi opera all’interno del sistema confindustriale per un settore che vale in Italia oltre 3,7 miliardi di euro e in cui il nostro Paese è leader in Europa.

Nella dichiarazione che aveva annunciato la fusione tra Federsalus e Integratori Italia lei aveva parlato di “un’operazione strategica per la sopravvivenza del settore” anche se guardiamo a una filiera particolarmente dinamica e in ascesa anche negli anni difficili della pandemia. Che cosa vi ha portato a decidere per un percorso comune?

Ritengo questa fusione e incorporazione in Unione Italiana Food altamente strategica: la novità vera è che il settore dell’integrazione è ora a tutti gli effetti parte di un’unione italiana che opera negli alimenti. E questa è la sua vocazione naturale perché non dimentichiamoci che gli integratori sono alimenti che, pur presentandosi “vicini” ai farmaci, non hanno nulla a che vedere con i farmaci. Non curano patologie, ma hanno lo scopo di mantenere in salute persone già sane. Inoltre Federsalus e Integratori Italia avevano caratteristiche e peculiarità differenti mentre ora fanno parte di un unico sistema, quello confindustriale, che garantisce una rete di contatti con il mondo istituzionale e politico che prima erano più complessi. Ho parlato di sopravvivenza del settore, perché è vero che guardiamo a un comparto dinamico e in ascesa però in un certo senso vediamo solo la punta dell’iceberg della filiera. L’Europa rappresenta un insieme di culture nazionali diverse e portatori di interessi differenti, nel 2021 per esempio ci sono state situazioni in cui nutrienti normalmente ammessi sono stati esclusi dall’uso corretto. Il vero tema è da un lato difendere la tradizione italiana in questo settore, dall’altro essere portatori di una cultura nuova di valutazione dell’integratore, in cui le modalità per stabilirne l’efficacia-essendo equiparato a un alimento-non possono essere quelle del farmaco. È necessario sensibilizzare il mondo politico italiano attraverso i nostri europarlamentari perché le questioni devono essere trattate prima che arrivino alla Commissione europea, prima che si presentino situazioni come quelle che poi hanno portato a decisioni per cui alcuni nutrimenti sono stati dichiarati pericolosi per l’uso nutraceutico ma poi sono rimasti in uso nelle bevande alcoliche. Esistono vincoli normativi sacrosanti, ma altri più strumentali e politici che potrebbero ridimensionare il mercato, per questo è fondamentale un’associazione nazionale forte. Fermo restando naturalmente che siamo i primi a voler preservare i consumatori.

Su quali obiettivi in particolare si orienterà l’Associazione?

L’associazione si pone in continuità con l’attività che Federsalus ha portato avanti, quella di costruire una sempre più efficiente cultura aziendale delle imprese che operano nel nostro mercato. La presenza in Confindustria ci permette di innalzare il livello di qualità d’impresa. Allo stesso tempo, come accennavo prima, anche di costruire anche una rete di relazioni solide. Io stesso ho un programma di incontri con i parlamentari europei per fare squadra e sensibilizzazione. La chiamerei un’attività di lobby positiva, lo scopo non è quello di difendere tout court il settore ma quello di dare più valore a un mercato che ha l’obiettivo di mantenere le persone in uno stato di salute, con l’uso degli integratori ma anche con la diffusione di un corretto stile di vita.

A questo proposito la prevenzione si delinea come l’asse centrale di un nuovo approccio alla salute. E in questo cambio di paradigma il mercato degli integratori ha grandi potenzialità. Quali sono i territori ancora da esplorare?

Con la pandemia il consumatore ha dimostrato di essere molto preparato e orientato verso categorie di prodotti che potevano offrire benefici per mantenere in equilibro il proprio stato di salute, come fermenti, vitamine. Ha percepito chiaramente la loro utilità non per guarire dal Covid ovviamente, perché si è scatenato un dibattito con la comunità scientifica che non aveva ragione di essere. Il tema non era quello di guarire dalla malattia con i nutrienti, ma di rafforzare il sistema immunitario. Noi lavoriamo per alzare il livello del mercato, per sensibilizzare le aziende nella cultura d’impresa, sia a livello produttivo, ma anche di comunicazione e di orientamento alla sostenibilità, un tema a cui il consumatore e sempre più attento e non dimentichiamoci che nel nostro settore molti prodotti di origine vegetale derivano da scarti di elementi.

Come vede il mercato degli Integratori in termini di interazione fisico e online?

È innegabile che il mercato online sarà sempre più centrale in futuro. Però è un canale che va presidiato perché meno regolamentato, in cui vengono venduti prodotti fuori norma o che non rispettano le opportune modalità logistiche: se spedisco un prodotto a luglio devo assicurarmi che la catena sia adeguata. Stiamo lavorando per normare tutti gli aspetti perché il rischio è che non ci sia un presidio adeguato sugli aspetti di etichettatura e di logistica

Nonostante la crescita dell’online, farmacie e parafarmacie del territorio rimangono oggi i punti di riferimento privilegiati per l’acquisto: l’87% del valore del mercato si sviluppa in questi circuiti e gli integratori rappresentano oggi la seconda categoria richiesta in farmacia dopo il farmaco soggetto a prescrizione. In futuro vede ancora la farmacia così centrale per il mercato degli integratori?

Oggi la farmacia è effettivamente il canale d’acquisto privilegiato. La grande distribuzione non ha ancora espresso le sue potenzialità in questo campo, c’è un tema di posizionamento prodotto, a me personalmente capita di andare al supermercato e trovare gli integratori accanto ai dentifrici. C’è ancora poca attenzione, ma credo che in futuro aumenterà e anche l’online a sua volta è destinato a crescere. Nel frattempo, con la pandemia ci siamo accorti che la farmacia è un presidio territoriale importantissimo, quindi penso che, se la farmacia vuole mantenere la sua leadership in questo mercato, dovrà puntare sulla professionalità del farmacista, sul valore del consiglio, sulla capacità di fare leva sullo stile di vita del cliente-paziente, sulle sue competenze legate alla vendita di prodotti meno commodity.

A suo avviso, che cosa può e deve essere ancora fatto per valorizzare ulteriormente questa categoria di prodotto verso il cliente/paziente?

Dobbiamo lavorare perché le imprese migliorino sia sull’aspetto produttivo-marginalizzando quelle imprese che con il mordi e fuggi danneggiano il settore-che su quello di comunicazione, non dimentichiamoci che ci sono ancora tante persone che considerano gli integratori alla stregua di elementi che forniscono solo effetti di tipo placebo. C’è ancora un territorio da conquistare e si può farlo con comportamenti coerenti, spingendo l’internazionalizzazione delle nostre imprese, la nostra capacità di produrre per l’estero, al momento le imprese esportano il 30%, e diffondendo una cultura italiana dell’integratore a livello europeo.

Quali sono le sfide più imminenti che si giocheranno in Europa?

Abbiamo di fronte una serie di questioni che riguardano alcune sostanze ed eccipienti che devono essere chiarite. Ci sono per esempio discussioni sul carbonato di calcio che è presente anche nell’acqua minerale. Ma abbiamo ottimi rapporti con le associazioni europee e la fortuna di avere nel board il Presidente di EHPM Antonino Santoro.

Molte aziende hanno deciso di appoggiare la fusione e diventare parte di questo grande polo italiano. Un segnale di fiducia importante e meritato, qual è il suo messaggio per queste aziende?

Ringraziamo tutte le aziende che credono in questo progetto che non è il mio progetto ma il progetto delle imprese che lavorano in questo settore. Rispetto chi non è d’accordo e le imprese che non hanno aderito ma mia auguro di dimostrare nel tempo che questo progetto è a tutela di un intero settore e di vederle nostre associate. Integratori&Salute non è un’associazione che nasce pro o contro qualcuno ma per rafforzare in Europa il mondo dell’integrazione alimentare dove l’Italia è già leader. Vogliamo rendere giustizia a livello europeo a prodotti che vengono bistrattati ma che hanno un ruolo sociale e riducono l’impatto sul sistema sanitario perché aiutano le persone a stare meglio. In Italia questo è già riconosciuto, in Europa la strategia sarà “la miglior difesa è l’attacco”. È solo una metafora, perché la nostra fortunatamente non è una guerra.

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