La Pandemia aumenta lo stress e cambia il sonno negli italiani: la telemedicina si afferma come strumento d’aiuto

La Pandemia aumenta lo stress e cambia il sonno negli italiani: la telemedicina si afferma come strumento d’aiuto

In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo durante la pandemia Covid-19, ai timori e le preoccupazioni più comuni si aggiunge un senso crescente di vulnerabilità e di perdita di controllo: tutto questo, secondo il World Sleep Study 2021 ha cambiato le abitudini degli italiani rispetto al sonno, con conseguente ripercussione sulla salute.

In aumento l’uso della telemedicina

Secondo lo studio commissionato da Philips – condotto dal 17 novembre al 7 dicembre 2020 su 13.000 adulti di età pari o superiore a 18 anni in 13 Paesi – la pandemia ha inciso sulla qualità del sonno degli italiani. Dai risulti emerge che il 61% di loro ha dichiarato che il Covid-19 ha contributo ad aumentare il livello di stress. Il 46% degli italiani ha dichiarato che la situazione attuale ha inciso sulla capacità di dormire bene, con maggiore impatto sulle donne (50%), un dato significativamente superiore al 37% della media globale. Le donne italiane, inoltre, hanno segnalato un impatto negativo superiore a quello degli uomini anche sulla routine del sonno (47% contro 35%) sullo stress (65% contro 56%) e sulla sfera mentale/emotiva (56% contro 42%).

Per il 41% degli intervistati italiani, lo stress rimane il primo fattore a rovinare il sonno, molto più nettamente di quanto rilevato sul campione totale (24%). Questo stress per il 60% degli italiani è causato proprio dalla situazione pandemica, dato che invece scende al 47% su scala globale, dove sono i problemi finanziari a preoccupare più di ogni altra cosa. Ma nonostante tutto, il 45% degli italiani si ritiene soddisfatto della qualità del proprio sonno.

Una delle nuove abitudini che ha peggiorato la qualità del sonno è quella di andare a letto con lo smartphone: un atteggiamento proprio dell’84% degli italiani (vs 75% globale). Per il 42% del campione dare uno sguardo allo smartphone è addirittura l’ultimo gesto prima di addormentarsi. Prima di dormire si consultano i social (70%), si scambiamo messaggi (41%) e si leggono le news (32%). Tra le strategie utilizzate contro l’insonnia, rimane al primo posto il guardare la televisione (43% degli intervistati), mentre metodi avanzati come gli strumenti per monitorare il sonno sono utilizzati ancora da pochi (7%). E pochi sono anche quanti hanno approfondito i disturbi del sonno.

Gli smartphone e la rete sono utilizzati anche per trovare suggerimenti sul sonno e su come migliorarlo: dalle risposte degli intervistati, nell’ultimo anno circa un terzo del campione ha cercato informazioni sul tema sia sui motori di ricerca (31%) sia sui siti specializzati (32%).

La pandemia ha poi dato una spinta alla telemedicina. Praticamente la metà di chi ha usufruito di un servizio da remoto lo ha fatto per la prima volta durante l’ultimo anno, e oggi il 35% degli italiani si dice interessato a usufruire della telemedicina per affrontare problemi legati al sonno. Un dato che sale addirittura al 51% tra chi soffre di apnee notturne.

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