Le reazioni del mondo farmaceutico al conflitto Russia-Ucraina

Le reazioni del mondo farmaceutico al conflitto Russia-Ucraina

La situazione di guerra tra Russia e Ucraina arriva in un momento già complicato dalla pandemia da Covid-19. Il mondo della farmacia, dell’industria farmaceutica e della distribuzione, è in allarme. I distributori richiamano l’attenzione sulle possibilità di ripercussioni sulle consegne alle farmacie e delle carenze di medicinali. Contemporanemente il mondo della farmacia si è già attivato nel lancio di iniziative di solidarietà.

Assicurare la fornitura di farmaci

I farmacisti europei si stanno muovendo attraverso il PGEU, Pharmaceutical Group of the European Union, che ha avviato un’azione di solidarietà sanitaria nei confronti della popolazione ucraina vittima della guerra in atto. Federfarma ha prontamente accolto l’invito del PGEU, coinvolgendo le farmacie italiane, le Associazioni provinciali e le Unioni regionali aderenti nella raccolta fondi, destinata all’acquisto di kit di primo soccorso, farmaci, dispositivi medici, secondo le necessità indicate dal Ministero della Salute e dall’associazione dei titolari di farmacia del Paese. «Ogni giorno ci confrontiamo con le persone e i loro problemi di salute. Non potevamo restare sordi e immobili di fronte alla richiesta di aiuto proveniente dall’Ucraina» ha dichiarato Roberto Tobia, presidente PGEU e segretario nazionale di Federfarma. «In Italia ci siamo già attivati; a livello europeo siamo in contatto costante con il Ministero della Salute ucraino e le associazioni di categoria per aggiornamenti in tempo reale sulle necessità sanitarie del Paese» e aggiunge «Confidiamo nel coinvolgimento di tutte le farmacie europee e, qualora il conflitto non dovesse risolversi in tempi brevi, faremo appello anche allo spirito di solidarietà dei cittadini, che sempre dimostrano grande sensibilità nei confronti di quanti si trovano in condizione di povertà sanitaria».

Carolina Carosio, presidente Fenagifar, sentita da Pharmaretail, ha commentato: «Un’emergenza umanitaria e sanitaria, solo due delle conseguenze devastanti di ogni conflitto. Tutto quello che stiamo vivendo oggi, ci proietta verso un futuro incerto e preoccupante, cui non possiamo restare indifferenti. È con questo spirito, che Fenagifar è pronta a sostenere ogni iniziativa che guardi ad un contributo concreto e diretto volto alla sopravvivenza delle popolazioni colpite. Il valore della vita è un bene universale, da preservare con coraggio».

La federazione degli ordini dei farmacisti, FOFI, ha lanciato un appello ai protagonisti della farmaceutica e del medical device, ed è già partita la gara di solidarietà per donare medicinali e presidi medici all’Ucraina a cui hanno già aderito ADF, Assofarm, Assoram, Banco Farmaceutico, Confindustria Dispositivi Medici, Egualia, Farmacie Unite, Farmindustria, Federchimica Assosalute, Federfarma, Federfarma Servizi, FNPI e UNAFTISP. «Un gesto di pace, come tutti i segni di solidarietà» così Andrea Mandelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti (Fofi), ha definito l’iniziativa.

Il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, già nella prima giornata di guerra, aveva espresso «insieme alle imprese del farmaco in Italia, forte preoccupazione per l’intensificarsi del conflitto armato in Ucraina» e quindi, sottolineato che «Con Efpia, Federazione europea delle industrie e associazioni farmaceutiche, confermiamo la volontà di garantire che i pazienti delle nazioni coinvolte nella crisi continuino ad avere accesso ai farmaci di cui hanno bisogno». L’Italia ha esportato in media nel 2020-2021 oltre 310 milioni di euro all’anno di prodotti farmaceutici verso Russia e Ucraina, che sono importanti anche per l’export di tutta la filiera. «Condividiamo e sosteniamo quindi l’appello di Efpia alle parti coinvolte di escludere dall’ambito delle sanzioni l’intera filiera del farmaco, dai medicinali ai principi attivi farmaceutici, da qualsiasi altro bene intermedio per la produzione di diagnostici, trattamenti e vaccini, ai macchinari e al packaging». E in conclusione, Scaccabarozzi, ha assicurato «l’impegno a lavorare per limitare l’impatto del conflitto sulla fornitura di medicinali e sulle sperimentazioni cliniche necessarie ai pazienti delle zone interessate dalla grave situazione».

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