L’intervista a Cecilia Plicco, Shared Value & Sustainability Manager di Chiesi Farmaceutici

L’intervista a Cecilia Plicco, Shared Value & Sustainability Manager di Chiesi Farmaceutici

Nel numero di settembre di PharmaForFuture, la nostra rubrica dedicata ai temi della sostenibilità, vi proponiamo un’intervista a Cecilia Plicco (nella foto sotto), Shared Value & Sustainability Manager di Chiesi Farmaceutici, gruppo internazionale che da 85 anni ricerca, sviluppa e commercializza farmaci innovativi nelle terapie respiratorie, in neonatologia, nella medicina specialistica e nelle malattie rare. Chiesi è un’azienda certificata B Corp dal 2019 e si è impegnata a diventare carbon neutral entro il 2035.

 

Che ruolo ha la sostenibilità nel vostro modello aziendale?

La sostenibilità è una costante del nostro operato. Ci occupiamo di salute e quindi di migliorare la qualità della vita delle persone: questo per noi si traduce nel ricercare, progettare e creare nuove soluzioni terapeutiche applicando il concetto di responsabilità nella catena del valore che gestiamo. A partire dai primi passi della ricerca scientifica fino alla produzione e alla commercializzazione di un prodotto e quindi alla relazione con il paziente.

 

Quali azioni avete già intrapreso in questa direzione?

Siamo sempre stati un’azienda fortemente radicata nelle comunità dove abbiamo sede e operiamo, l’attenzione verso il nostro impatto sulla società e l’ambiente è un impegno parte del DNA di Chiesi, prima ancora che questi temi fossero così attuali. Nel tempo, questo impegno ha assunto una nuova consapevolezza e si è evoluto: nel 2018 abbiamo scelto di diventare una Società Benefit e nel 2019 siamo diventati il più grande gruppo farmaceutico internazionale ad aver ottenuto la certificazione B Corp. Ogni anno siamo chiamati a misurare l’impatto delle nostre azioni e a monitorare le azioni di miglioramento che il Gruppo sta mettendo in campo a 360°, verso tutti i nostri stakeholders più rilevanti.

In quanto azienda che opera nel campo della salute, ci siamo impegnati a integrare la prospettiva del paziente fin dalle prime fasi di sviluppo e a tenere in considerazione gli aspetti di impatto ambientale con uno strumento di Life Cycle Perspective ovvero che ci permette di valutare l’impatto dei nostri prodotti in tutte le fasi principali del loro sviluppo, dalla preclinica all’industrializzazione.

Abbiamo intrapreso azioni legate al welfare aziendale, per favorire il benessere delle circa 6000 persone parte del Gruppo Chiesi in tutto il mondo. Tra le più significative ci tengo a menzionare l’istituzione di un comitato che si occupa di Diversity & Inclusion, creato con l’obiettivo di valorizzare le diversità che sono presenti in azienda e favorire un ambiente inclusivo che garantisca motivazione ed equità.

Infine, quando parliamo di catena del valore, ci riferiamo ad oltre 15.000 partners e fornitori di Chiesi in tutto il mondo che ci siamo impegnati a portare a bordo in questo viaggio, con l’opportunità di condividere il nostro approccio ed amplificare l’impatto positivo delle nostre azioni. Il primo passo è stato ad inizio 2020, con la pubblicazione di un codice di condotta per i fornitori, che abbiamo chiamato Codice di Interdipendenza. Un codice che è stato co-progettato con i nostri partner e rappresenta uno strumento pratico che Chiesi e tutti gli attori che lavorano con noi possono utilizzare per evolvere verso un concetto di azienda più sostenibile e inclusiva.

 

L’emergenza Covid-19 ha introdotto nuove routine/pratiche/obiettivi nella vostra organizzazione?

Durante l’emergenza COVID-19 il Gruppo abbiamo proseguito  nell’attività produttiva, garantendo la fornitura dei propri farmaci in tutto il mondo, oltre a mettere in atto azioni nel rispetto della salute e della sicurezza di tutti i dipendenti. Sono stati da subito identificati i collaboratori essenziali a garantire la continuità delle operazioni la cui presenza fisica è stata indispensabile in loco e, allo stesso tempo, sono state assicurate le dotazioni tecnologiche necessarie per chi ha continuato a lavorare da casa applicando politiche di smart working straordinario, tuttora in atto.

Oltre alle misure di sicurezza e protezione per limitare la diffusione della pandemia, durante il lockdown l’azienda ha fatto uno sforzo ulteriore con azioni di vicinanza alle proprie persone, ad esempio istituendo un servizio di assistenza gratuito dedicato a tutti i dipendenti con psicologi esperti disponibili 24 ore al giorno ogni giorno.

Inoltre, è stato istituito un fondo di oltre 3 milioni di euro per sostenere ospedali e altre realtà in Italia durante l’emergenza e questo si è tradotto in un impegno globale di fondi e materiali di protezione individuale donati di valore pari a 9 milioni, con oltre 500 organizzazioni in tutto il mondo.

 

Quali sono in particolare i (nuovi) obiettivi che vi siete dati?

Uno sforzo importante è attualmente concentrato in azioni che ci permettano di minimizzare l’impatto dell’azienda sull’ambiente: nel 2019 ci siamo impegnati a diventare carbon neutral entro la fine del 2035, arrivando ad un’impronta di carbonio netta pari a zero.

E poi naturalmente continuiamo nel percorso di valorizzazione delle diversità presenti in azienda, con un focus in particolare su gender equality, inclusione e disabilità, grazie al Comitato dedicato.

 

Nella sfida verso la sostenibilità, quali sono gli ostacoli principali nel vostro settore?

Il settore farmaceutico è un settore molto regolamentato e modificare processi e modalità di produzione dei farmaci prevede iter e tempi molto lunghi. Per questo, è fondamentale includere fin dai primi passi di creazione di un nuovo prodotto criteri di sostenibilità.

Si tratta di una filiera molto complessa che prevede la collaborazione di governi, sistemi sanitari, istituzioni, organizzazioni e aziende farmaceutiche. Solo lavorando insieme, si può portare equilibrio del sistema.

 

Come immagina il futuro?

La pandemia ha fatto emergere ancora di più il bisogno di imprese che adottino un modello sostenibile, non solo nel nostro settore. Sono positiva e immagino un futuro di aziende sempre più consapevoli, che abbraccino i valori del movimento B Corp, con l’obiettivo di bilanciare il profitto e il benessere del pianeta e delle persone in un’ottica di sostenibilità di lungo periodo della nostra società. In Italia siamo sulla buona strada, infatti siamo uno dei Paesi europei con il più alto numero di aziende certificate B Corp, oltre 100, e con uno dei tassi di crescita del movimento più elevati, speriamo di continuare così.

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