Il 27% del retail del mondo è online. Le sfide? Sostenibilità, umanizzazione delle relazioni digitali, competenze

Il 27% del retail del mondo è online. Le sfide? Sostenibilità, umanizzazione delle relazioni digitali, competenze

Negli ultimi due anni il digitale è entrato profondamente nelle abitudini degli italiani, non solo dal punto di vista dei consumi, ma anche in termini professionali. In questi due anni, infatti, si è assistito a un forte radicamento del lavoro remoto e all’accelerazione della richiesta di nuovi servizi, oltre che alla ricerca di nuove competenze da parte delle aziende. Di fatto, è stata superata la contrapposizione tra commercio offline e online e la sostenibilità è un paradigma sempre più decisivo per il rapporto tra domanda e offerta.

Questo il quadro tracciato in apertura dei lavori della XVII edizione di Netcomm Forum, l’appuntamento di riferimento per il mondo digitale italiano, che si è svolto il 3 e il 4 maggio a Milano.

La generazione Z detta il passo

Il 27% del retail nel mondo è online. Gli italiani che acquistano online sono cresciuti, gli e-shopper sono +9,6 milioni dal prepandemia, con un totale di 33 milioni di italiani che acquistano online. Le piattaforme hanno visto una crescita attorno al 30% e hanno acquisito un ruolo chiave nel rapporto tra produttori e consumatori. I numeri sono in crescita sia per chi fa solo commercio online sia per chi ha un approccio multicanale: attraverso il sito di commercio online hanno ingaggiato nuovi clienti. Il commercio è, oggi, multicanale. Lo scenario del retail, secondo Netcomm, è in continua e rapida trasformazione e il ruolo stesso dei negozi sta cambiando: diventano showroom e centri di evasione ordini per l’e-commerce.

«Siamo ormai andati oltre l’accezione dell’e-commerce inteso come shopping online», ha commentato Roberto Liscia, presidente di Netcomm. «Stiamo vedendo come questo settore abbia un impatto decisivo, non tanto in termini di penetrazione sul totale retail, bensì in quanto volano indispensabile per lo sviluppo dell’economia italiana». Per questo motivo l’e-commerce «rappresenta oggi un vero e proprio ecosistema, e come tale va trattato e regolamentato, secondo un approccio che tenga conto sia del contesto globale nel quale le imprese italiane operano, sia delle peculiarità che caratterizzano lo scenario digitale globale. L’ecosistema digitale ha un impatto sul Pil italiano. Il comparto è al primo posto per crescita di fatturato e al secondo posto per crescita occupazionale. Siamo di fronte a un momento storico, decisivo per la trasformazione dei modelli di business delle aziende, che devono rispondere con prontezza alle esigenze dei consumatori italiani, sempre più digitali, che non sono disposti a tornare indietro, ma che, anzi, chiedono un’esperienza di acquisto sempre più su misura. Occorre ragionare in termini di sistema e di filiera, dove al centro deve essere messo l’individuo, come consumatore, utente, paziente e così via. Per questo motivo, il Piano nazionale di ripresa e resilienza deve superare il modello tradizionale di efficientamento produttivo e favorire innanzitutto un approccio strategico per la creazione di un ecosistema di valore e competitivo a livello internazionale.»

È in questo contesto che si deve tenere presente il ruolo della generazione Z, che a oggi è solo il 10% della popolazione italiana, ma sarà un target chiave per i prossimi 20 anni. Una generazione che non percepisce il limite tra offline e online; cerca prodotti online ma usa le raccomandazioni degli amici per decidere l’acquisto e sente l’esigenza di recarsi su un punto vendita fisico, dove si aspetta esperienze avanzate e toccare con mano i prodotti. Si tratta di una generazione video first e multimediale che si muove tra le piattaforme ed è già pronta per il Metaverso come arricchimento del fisico. Una generazione sempre connessa, ma anche inclusiva, contraria al razzismo, attenta alla sostenibilità e alla ricerca di autenticità.

Nel prossimo futuro al centro sarà il Metaverso, dove entro il 2026 il 25% delle persone trascorrerà almeno un’ora al giorno per lavoro, shopping, istruzione, social media e intrattenimento. Nel Metaverso la personalizzazione del prodotto accelera e i marchi potranno offrire esperienze altamente personalizzate perché sarà più facile per i consumatori trovare esattamente ciò che vogliono, quando lo vogliono. Realtà aumentata e realtà virtuale consentono di testare la qualità e la vestibilità di un prodotto prima dell’acquisto, e questo si traduce in una diminuzione dei resi. Secondo le previsioni di Netcomm, inoltre, il divario tra social media ed e-commerce continuerà a ridursi e il social commerce risulterà rilevante.

La sfida per il futuro è quella di umanizzare la relazione digitale, di rendere possibile la sostenibilità, e di aumentare le competenze digitali, perché nei canali digitali vince che ha migliori competenze.

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