Si svolgerà dall’11 al 13 aprile a Bologna, in concomitanza di Cosmofarma, la XII edizione del Congresso nazionale dei farmacisti italiani “FarmacistaPiù”. L’edizione 2025, “L’evoluzione del sistema sanitario nazionale tra innovazione e prossimità delle cure”, è stata presentata in una conferenza stampa il 19 febbraio a cui hanno preso parte Andrea Mandelli, Presidente Congresso e Presidente FOFI; Marco Cossolo, Presidente Federfarma; Luigi D’Ambrosio Lettieri, Presidente Fondazione Francesco Cannavò; Eugenio Leopardi, Presidente UTIFAR; Francesca Ferilli, AD e Direttore Generale BOS S.r.l.; Matteo Calveri, Amministratore Unico Summeet S.r.l..
Al centro dell’edizione 2025 ci saranno i più recenti sviluppi normativi e le strategie per rafforzare la governance sanitaria, valorizzando il contributo che la professione e la farmacia possono offrire per un effettivo rilancio del Servizio Sanitario Nazionale.
Aggiornamento professionale e momento di confronto
Lo scenario è quello di una continua trasformazione per il settore sanitario, caratterizzato dalle complesse sfide legate all’invecchiamento della popolazione, all’incidenza crescente delle malattie croniche, all’innovazione digitale e alla necessità di garantire un accesso equo alle terapie. Un contesto complesso in cui la professione del farmacista ha attraversato un’evoluzione senza precedenti, assumendo una funzione sempre più strategica all’interno del sistema salute.
«I temi al centro di questa XII edizione del Congresso – innovazione e prossimità delle cure – sono il cuore dell’impegno quotidiano dei farmacisti per continuare ad evolvere come professionisti garantendo un’assistenza efficace, accessibile e al passo con il progresso scientifico e con l’applicazione delle tecnologie digitali in sanità» ha detto Andrea Mandelli, che ha anche aggiunto: «In questi anni abbiamo compiuto una rivoluzione gentile, dal 2005 abbiamo fatto passo dopo passo un cambiamento di pelle, che rende merito alle nostre scelte. FarmacistaPiù si è affermato come un appuntamento sempre più atteso e partecipato dai farmacisti italiani per la capacità di offrire un aggiornamento professionale di qualità e di stimolare la riflessione e il confronto tra tutti gli attori del comparto sanitario sulle nostre proposte per costruire un servizio sanitario realmente incentrato sulle esigenze dei cittadini»
L’edizione 2025 di “FarmacistaPiù” è organizzata dalla Fondazione Francesco Cannavò in collaborazione con Summeet Srl
«Sono certo che per la categoria questa 12^ edizione di FarmacistaPiù sarà, ancora una volta, un’utile occasione di confronto su temi di grande importanza e attualità con istituzioni, professionisti sanitari, esponenti del mondo scientifico e dell’industria di settore» ha sottolineato Marco Cossolo, Presidente di Federfarma nazionale. «Il fatto che quest’anno FarmacistaPiù coincida con Cosmofarma conferma quanto anche la formazione e l’aggiornamento professionale siano importanti per una farmacia che si offre alla comunità come presidio sanitario di prossimità, anello di congiunzione tra cittadino e Servizio sanitario nazionale».
Luigi D’Ambrosio Lettieri, Presidente della Fondazione Francesco Cannavò ha spiegato che «Fofi, Federfarma, Fondazione Cannavò, Utifar e tutte le associazioni del comparto saranno ancora una volta promotori di confronti, riflessioni e proposte nella consapevolezza del ruolo professionale svolto dal farmacista in ospedale, sul territorio e nei servizi farmaceutici e della funzione strategica della farmacia in un contesto socio sanitario segnato da straordinari progressi nel campo biomedico e della innovazione tecnologica con prospettive rassicuranti per l’efficienza delle prestazioni rese a tutela della salute pubblica». Secondo Eugenio Leopardi Presidente UTIFAR, «Una farmacia competente e solida può, infatti, contribuire in maniera decisiva al buon funzionamento dell’intero SSN, ma a condizione che si sviluppi un linguaggio informatico univoco sul territorio nazionale, cosa che oggi non è affatto scontata, con molti sistemi che non si parlano tra loro e che rendono impossibile il trasferimento di dati e informazioni tra le diverse realtà sanitarie italiana».