Una potenziale svolta green nell’industria farmaceutica viene dalla meccanochimica

Una potenziale svolta green nell’industria farmaceutica viene dalla meccanochimica

Tre ricercatori italiani sono al lavoro per realizzare una rivoluzione scientifica capace di incrementare la sostenibilità dell’industria farmaceutica, una delle maggiori fonti di emissione in atmosfera di diossido di carbonio. Ne dà notizia un recente articolo del Sole24ore.

Evelina Colacino, professoressa di Chimica Organica e Green Chemistry all’Università di Montpellier, Francesco Delogu, professore ordinario di Chimica presso la Facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università degli Studi di Cagliari e Sabrina Spatari professoressa associata presso la Facoltà di Ingegneria Civile e Ambientale del Technion – Israel Institute of Technology, insieme ad un gruppo di colleghi europei, stanno concentrando i loro sforzi per portare nel ciclo di produzione dei farmaci una metodologia “pulita”, la meccanochimica.

Si tratta di una metodologia capace di attivare trasformazioni chimiche mediante l’applicazione di forze meccaniche, che portano compressione, taglio e attrito.

I ricercatori hanno già dimostrato che è possibile sintetizzare il principio attivo di un farmaco senza l’utilizzo delle classiche reazioni chimiche in cui si impiegano solventi, con un risparmio di energia, una riduzione delle emissioni inquinanti di quasi il 90% e un contenimento dei costi altrettanto rilevante. L’obiettivo è che l’industria farmaceutica europea possa diventare molto più eco-sostenibile e competitiva e meno dipendente da eventi imprevedibili come le pandemie e le produzioni di principi attivi in paesi non europei.

Il progetto da 7,7 milioni di euro su cui sta lavorando il team di ricerca coinvolge anche Merck e Novartis.

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