Carenza di farmacisti collaboratori: Davide Tavaniello spiega le strategie del gruppo Hippocrates

Carenza di farmacisti collaboratori: Davide Tavaniello spiega le strategie del gruppo Hippocrates

Continua l’emergenza legata alla carenza di farmacisti collaboratori nelle farmacie sul territorio, un problema già affrontato anche da PharmaRetail in un articolo di poche settimane fa. Per capire come una grande catena in continua espansione sta affrontando il problema, Pharmaretail.it ha intervistato Davide Tavaniello (nella foto), amministratore delegato Hippocrates Holding.

 

I farmacisti titolari delle farmacie indipendenti lamentano difficoltà a trovare farmacisti collaboratori. Riscontrate lo stesso problema per le farmacie del gruppo?

Sì, anche noi abbiamo problemi di reperibilità di farmacisti. Stiamo rilevando una carenza di disponibilità, anche se non in maniera omogenea in tutte le aree: nelle aree metropolitane e in particolare nelle città dove è presente una università con la facoltà di farmacia c’è più disponibilità rispetto alle zone più periferiche, dove la numerica è sempre stata ridotta. Tutto questo è stato accentuato dalla pandemia.

 

La pandemia ha aumentato la richiesta di personale?

La carenza che si rileva in questo ultimo anno è dovuta principalmente a una maggiore richiesta di personale da parte della farmacia a causa dei nuovi servizi resi disponibili per fronteggiare la pandemia da Covid-19, penso ai tamponi e alle vaccinazioni. Quindi c’è di fatto una maggiore competizione sulle poche risorse disponibili sul mercato. La competizione è tra reti o gruppi, ma anche con le farmacie indipendenti che in questo periodo hanno deciso di investire offrendo nuovi servizi, e necessitano di maggiore personale. Quindi c’è stato un effettivo aumento della domanda.

 

Sembra però esserci anche una disaffezione del lavoro al banco, quali sono dal suo punto di vista le ragioni di questo atteggiamento?

La disaffezione non è una novità, c’era già quando siamo entrati nel mercato come gruppo Hippocrates. Dal mio punto di vista è legato soprattutto a una storica mancanza di opportunità di carriera. Andando a parlare ai giovani nelle università durante eventi dedicati, quello che vediamo è che i laureandi e i neolaureati non percepiscono che nel mondo della farmacia ci siano grandi opportunità di carriera perciò guardano maggiormente al mondo dell’industria farmaceutica, dove vedono più chances di avanzamento. Questo perché hanno una visione legata ancora al mondo pre-liberalizzazione, dove si entrava in una farmacia indipendente e si rimaneva dietro al banco senza troppe variazioni negli anni sia di mansione che di compenso.

 

Come sta affrontando il problema il gruppo Hippocrates?

Prima di tutto andando a spiegare nelle università che grazie alla liberalizzazione, nelle farmacie di capitale in generale, e in particolare nelle farmacie del nostro gruppo c’è una reale opportunità di carriera. Lo facciamo portando la testimonianza di chi ha fatto un percorso di crescita all’interno delle nostre farmacie e dell’azienda. Per un neolaureato che inizia con uno stage, c’è la possibilità di diventare farmacista collaboratore assunto, poi si passa ad essere direttore di una piccola farmacia, poi di una più grande, per poi diventare area manager ed infine anche district manager.

Vediamo che l’interesse c’è rispetto a una carriera di questo tipo da parte degli studenti che fino ad ora hanno avuto la percezione di andare a fare il “dispensatore” di farmaco per tutta la vita. Noi siamo molto chiari sulle mansioni, sul ruolo e sulla responsabilità che ciascuno ha all’interno delle nostre farmacie. Siamo per esempio consapevoli che può essere molto appagante diventare direttore di una farmacia. Gli incontri più recenti stanno riscuotendo un buon successo, e riusciamo a raccogliere anche un certo numero di CVs.

 

Cosa offrite in concreto a chi lavora per voi?

A chi lavora per noi offriamo una formazione continua, meccanismi di incentivazione e accesso al Welfare aziendale oltre ovviamente alle già citate opportunità di carriera, inclusa la possibilità di diventare Manager. La formazione è vista nell’ottica di far crescere il farmacista dal punto di vista professionale, tramite la nostra Academy interna che oltre a definire il ruolo all’interno della nostra farmacia e rafforzare le tematiche tecniche legate al consiglio, si concentra sullo sviluppo delle cosiddette soft skill, come ad esempio strategie di comunicazione e di gestione del team.

Poi abbiamo una serie di meccanismi di incentivi sia sul budget trimestrale, o attraverso contest tra farmacie e tra aree per mettersi un po’ in gioco, grazie ad una competizione a distanza. I premi sono sempre a livello di team, non sono premi individuali ai quali sono molto contrario, perché ritengo che il lavoro in farmacia sia un lavoro di squadra. I premi vengono poi riallocati tra i diversi membri del team in base alle ore lavorate.

Il recruiting per le farmacie del gruppo è centralizzato e la remunerazione del farmacista dipende dall’esperienza e va di pari passo alla professionalità e alla crescita all’interno della farmacia.

Oltre a concentrarci sulla formazione e sull’aggiornamento continuo, valorizziamo i dipendenti anche con un sistema di welfare aziendale che prevede iniziative di benefit e agevolazioni per i dipendenti, con lo scopo di favorire un miglioramento nella gestione della quotidianità e del rapporto vita-lavoro dei nostri farmacisti.

 

Pensa che la recente riforma del Corso di laurea in farmacia avrà ripercussioni positive, anche se non nel breve termine?

Penso che nel breve periodo sia molto utile il decreto n. 651 del 5 luglio 2022, che ha reso la laurea abilitante. Questo perché accorcia i tempi di entrata in farmacia permettendo ai neolaureati di lavorare subito dopo la laurea senza aspettare di fare l’esame di stato. Per quanto riguarda il recente Decreto Ministeriale n.1147 che definisce il nuovo ordinamento didattico del corso di laurea magistrale a ciclo unico in “Farmacia e farmacia industriale”, non andrà a cambiare nel breve le dinamiche di domanda e offerta, ma sicuramente prende atto dei cambiamenti che il ruolo del farmacista ha avuto negli ultimi anni con lo sviluppo della farmacia dei servizi. Quindi va a confermare quella che è la centralità del ruolo del farmacista, nella gestione della salute delle persone che noi riteniamo fondamentale da sempre nelle nostre farmacie. Mi auguro quindi che con questa riforma i prossimi laureati siano ancora più allineati a quelle che sono le esigenze del ruolo che andranno a ricoprire.

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